Scintille

da | 27 Feb, 2024 | San Gaetano (RM)

È sempre stato il mio sogno fare una omelia, non vi addormentate, non vorrei fosse l’ultima.
Vi vorrei raccontare qual è stata la mia prima vera scintilla venendo a F&L, ma il racconto è vietato ai minori e, quindi, vi parlo non della prima scintilla, a cui ne sono seguite e ne seguono altre, ma di una scintilla significativa del mio essere qui, oggi.
Daniele non l’ho mai conosciuto. È morto che era bambino, lui nato c.d. sano (anche se nessuno può definirsi totalmente sano), vittima della reazione avversa di un vaccino. Non sono assolutamente novax, anzi.

Daniele è il paradigma di questa Croce che è qui alle mie spalle.
È morto per ciascuno di noi perché è questa la logica dei vaccini. Si sanno le reazioni avverse, ma il bene collettivo sopravanza il bene individuale. E per questo che dico che è morto per noi, un po’ come si dice di quello appeso qui sulla croce.
Ma Daniele e la croce sono un’occasione. Anche dolorosa come sa essere l’amore. Si dice che non è sempre rose e fiori.
Per me l’amore è gioia e dolore.
Ecco da Daniele che, ripeto, io non ho conosciuto è nato il mio amore per Nicolina la mamma di Daniele. Anche lei non è più qui fisicamente. Ma da quando ci siamo conosciuti la sua presenza, falso burbera, la sua dolcezza infinita, la sua grande forza e la sua assoluta debolezza, la sua accoglienza totale mi hanno riempito di quello che, in fondo, ognuno cerca.
Semplicemente amore.

Sarebbe stato infinite volte meglio che non ci fosse stata nessuna reazione avversa.
Sarebbe stato infinite volte meglio che, per questo motivo, non ci fossimo conosciuti.
Sarebbe stato infinite volte meglio che io non fossi stato accolto a casa sua tutte le volte che scappavo da Roma in mezzo alla settimana per andare a Pescasseroli, a camminare con lei per i boschi a raccogliere foglie secche.
Sarebbe stato infinite volte meglio se non l’avessi accompagnata ogni volta al cimitero a trovare Daniele, a mettere in ordine la sua tomba.
Sarebbe stato infinite volte meglio che due tipi come noi non si fossero scambiati lacrime e dolori, preoccupazioni, emozioni, sensazioni e gioie.
Il più delle volte in silenzio, ma insieme.
Amore, insomma.
Vite diverse incrociatesi per caso, ma il caso non esiste.
Infinite volte.
Meglio.

Dopo che Nicolina è andata sono tornato a Pescasseroli una volta. Sono andato a sciare con Claudio, il marito di Nicolina. Sulla seggiovia mi sono girato, in basso a sinistra, in alto sopra al paese, ho visto il cimitero. Ho cominciato a piangere, io non Claudio che ne avrebbe molto più diritto di me. Ho pensato a Daniele, ho pensato e penso a Nicolina. Ho sciato.
Non sono più tornato a Pescasseroli.
Le scintille bruciano, fanno anche male e, per fortuna, non ti lasciano mai uguale.
Io non so il motivo perché ognuno di noi sia finito qui. So però che qui ho la possibilità di vedere tante scintille che, oltre a bruciare a volte, fanno crescere, avere relazioni fondate non sull’io, ma sul noi. Specchio di quello che siamo e pozzo aperto sul nostro essere.
Non so se avete presente la descrizione del Calvario in Matteo, Marco, Luca e Giovanni. Ecco, senza spoilerarvi nulla, l’esperienza di F&L è stata ed è quella scintilla che ti fa vivere, anche la croce, da Matteo e Marco a Giovanni passando per Luca.

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